Santi Materno e Martino in Corrido

La chiesa parrocchiale dei Ss. Martino e Materno di Corrido sorge su una terrazza panoramica che domina l’abitato all’imbocco della Val Rezzo e con vista spettacolare sulla Val Menaggio, che spazia dal passo della Furmighera al Ceresio. Così come la Valsolda e il Porlezzese, anche Corrido fu legata alla diocesi di Milano, della quale ancora fa parte. Esisteva qui dall’età medioevale una chiesa di dimensioni più ridotte rispetto all’attuale, corrispondente con ogni probabilità alla navata centrale odierna. Di questo edificio preesistente rimangono oggi poche tracce: alcuni archetti ciechi nei sottotetti delle navate minori. La duplice dedicazione farebbe pensare ad un’origine antica dell’area sacra: San Martino, vescovo di Tours, era un santo molto caro ai Franchi, la cui dominazione in Lombardia iniziò con la caduta dei longobardi di Re Desiderio nel 774 d.C. Quella di San Materno è invece una dedicazione consueta per la diocesi ambrosiana: è venerato come santo dalla chiesa cattolica che lo ricorda nel martirologio romano alla data del 18 luglio con queste parole: «A Milano, san Materno, vescovo, che, restituita la libertà alla Chiesa, traslò con tutti gli onori i corpi dei martiri Nábore e Felice da Lodi nella sua città.» Anche il culto di San Materno è di origini antichissime, dato che questo vescovo di Milano visse durante il III secolo d.C. La chiesa fu edificata nelle forme attuali nel 1587, quando si decise di erigere la parrocchia. Le navate minori laterali sono il frutto di un ultimo rimaneggiamento ottocentesco. La chiesa è oggi a tre navate: le due minori terminano con pareti piatte, mentre la navata maggiore termina in un coro poligonale con volta a vela. Sono emerse dai restauri di fine Novecento alcuni stucchi del Settecento che decorano la navata centrale. Non sono emersi molti nomi degli artisti che hanno lavorato a questa chiesa perché pochi esperti si sono curati di compiere studi specialistici accurati. Nella zona del presbiterio di conservano diversi affreschi settecenteschi: S. Materno in Gloria sul catino absidale, l’Incoronazione della Vergine sulla volta, i Quattro Dottori della Chiesa Occidentale sui pennacchi, Cristo Crocifisso con la Vergine e S. Giovanni sull’arco trionfale. Tutti questi affreschi sono di pittori ignoti. Le pareti dell’abside presentano quattro grandi tele anonime del XVIII secolo con la Natività, S. Martino, S. Materno e l’Adorazione dei Magi. La tela di San Martino fu commissionata da Filippo Branchini, un notabile di Corrido. Precedentemente, le pareti del presbiterio presentavano affreschi con Storie di San Materno, di cui oggi si intuiscono solo lacerti. Settecenteschi sono gli altari terminali delle navate e presentano paliotti in scagliola di pregevole fattura. La prima campata di sinistra presenta un fonte battesimale in marmo d’Arzo, pregevole sia nella fattura floreale che nel materiale, considerato il migliore fra quelli presenti sul territorio. È impreziosito da un ciborio ligneo di tipico gusto secentesco. Nella prima campata della navata destra si trova una tele secentesca con i Ss. Rocco e Sebastiano, nella tipica devozione in funzione di protezione dalla peste e dalle malattie. La tela ornava originariamente la cappella terminale di questa navata, detta di San Sebastiano appunto, ma fu ridedicata a San Giuseppe nel corso del XIX secolo e spostata dove si trova oggi.  Più moderna è la piccola cappellina a grotta che si trova sotto la chiesa attuale, decorata con pietra di fiume e tufo.